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brescia, Italy
studentesse problematiche, future paracadutiste, amanti del sabato sera su 2 ruote; frequentanti il terzo anno del LICEO, umanstico di brescia, veronica gambara; il quale è simile al classico, ma senza greco, ma in PIU' c'è francese, scienze sociali, diritto, biologia, fisica e c'è moolta più matematica!! altro che arnaldo light...!! parola di lupetto!! auuuuuuuuuuuuuuuuh!!!

venerdì 9 gennaio 2009

erving goffman


VITA E OPERE

Nato a Manville nel 1922 si laureò
all'università di Chicago in Sociologia e Antropologia sociale.


nel 1962 diventò professore dell'università californiana di Berkeley.



La metodologia di analisi di Goffman, piuttosto che la raccolta statistica di dati, era lo studio etnografico, l'osservazione e la partecipazione; inoltre, le sue teorie fornivano una panoramica ironica della routine dei comportamenti sociali.


La vita quotidiana come rappresentazione, ad esempio, utilizza il teatro come metafora per illustrare come noi mettiamo in scena immagini (di noi stessi) che cerchiamo di offrire alle persone attorno a noi, atteggiamenti per indicare i quali ,Goffman, utilizzò il termine “drammaturgia”.


PENSIERO

Goffman elaborare una “sociologia della vita quotidiana”, dell’interazione diretta faccia a faccia tra gli individui, del comune comportamento e delle sue regole, che lo determinano.


Il presupposto che la sorregge è che continuamente comunichiamo con gli altri.

Gli altri hanno bisogno di informazioni su di noi e noi trasmettiamo immagini di noi stessi, ricevendone altre in cambio.


Goffman è convinto che l'interazione avvenga non a caso ma sempre secondo regole precise.


Egli ricorre ai termini teatrali della drammaturgia, poichè intende ogni indivuo come un attore che riveste un ruolo preciso e ben definito, e un palcoscenico, come il palcoscenico della vita sociale, sul quale avvengono le interazioni tra gli esseri.


I gruppi sociali si dividano in due categorie:




  1. i gruppi di “performance”


  2. i gruppi di “audience”.

La vita sociale è, appunto, una rappresentazione che i gruppi sociali mettono in scena di fronte ad altri gruppi.



Inoltre la vita sociale si divide in:




  1. spazi di palcoscenico: spazi pubblici in cuigli individui inscenano una precisa rappresentazione.


  2. spazi di retroscena: spazi privati, in cui gli individui non “recitano”.

Naturalmente, il comportamento nel retroscena contraddice il comportamento pubblico.


Secondo Goffman, quindi, la vita sociale si fonda sulla demarcazione dei confini tra palcoscenico e retroscena: infatti il gruppo di audience non deve accedere alle situazioni di retroscena che contraddicono il comportamento pubblico.


Esistono tuttavia luoghi di ribalta, nei quali ci si deve vestire e comportare con certe formalità, e luoghi di retroscena, dove ci si può rilassare.


Inoltre vi sono determinati ruoli che ogni individuo riveste:




  • il “delatore” è chi finge presso gli attori di essere un membro del gruppo, avendo così accesso al retroscena e riportando al pubblico informazioni riservate.



  • Il “compare” è chi si accorda segretamente con gli attori e si mescola tra il pubblico per orientarlo.



  • Lo “spettatore puro” è un professionista riconosciuto come spettatore qualificato.



  • L’“intermediario” appartiene a due compagnie che sono l’una il pubblico dell’altra e può mettere in atto giochi di triade.



  • La “non persona” è chi, benché presente, non fa parte della rappresentazione e viene ignorata.


per Goffman, inoltre, gli individui, più o meno consapevolmente, inviano senza sosta segnali (il modo di vestire, di parlare, di gesticolare, ecc) che vengono recepiti da altri come informazioni utili per coordinare il proprio agire.


Sulla base di questi segnali, gli individui sviluppano una “definizione della situazione” che consente loro di orientare il loro agire.


In particolare, la presentazione del “self” segue una specifica dinamica, scandita nei seguenti punti:




  • front” = “facciata”:Nel “front” rientrano tutte quelle cose (vestiti, mobili, ecc) che contribuiscono a creare la nostra “facciata”, ovvero la nostra superficie dinanzi agli altri: in definitiva, il “front” è l’immagine superficiale di noi che trasmettiamo agli altri.


  • drammatic realisation”: si tratta dell’impiego di espedienti drammaturgici, impiego che è tanto maggiore quanto più è difficoltosa la costruzione di un determinato “front”.

  • idealisation”, che è lo sforzo per presentarsi come qualcuno che abbia interiorizzato certi valori riconosciuti dalla comunità.


  • mantenimento del controllo espressivo”: alla base v’è l’idea che alla definizione della situazione contribuiscano in maniera decisiva anche piccoli segni, con la conseguenza che l’attore sociale deve controllare e coordinare il proprio comportamento (tipo esempio è il “self control”).


  • mistification”, la mistificazione: specie le persone di alto rango, cercano di mantenere le distanze dagli altri e di tenere in piedi una certa definizione della situazione.


  • autenticità”: ad avviso di Goffman, le persone cercano di apparire autentiche, senza far sorgere l’impressione che il loro comportamento sia frutto di artificiosità. È, in sostanza, il concetto di “sprezzatura” (l’arte di nascondere l’arte) quale era stato elaborato da Baldesar Castiglione.


  • frame”: l’idea è che gli individui impieghino schemi interpretativi al fine di inquadrare ciò che avviene intorno a loro.

Tutte le forme d’interazione fanno ricorso al “framing”.


Infine, il concetto di “primary framework” all’interno di un gruppo sociale designa un elemento centrale della cultura di questo gruppo: l’idea di Goffman è che ogni gruppo abbia un suo codice specifico che lo caratterizza e lo distingue dagli altri (ad esempio, nel gruppo dei barboni è il rifiuto sistematico del lavoro).


I “frames”, nota Goffman, possono venir trasformati attraverso il “keying”, quel procedimento in virtù del quale certe attività possono venir definite in modi diversi (ad esempio una situazione che può essere definita sia come sport sia come lavoro); si tratta di situazioni che mutano al mutar della prospettiva assunta.


Le teorie di Goffman sono tutt'ora prese come modello da numerosi studiosi, anche per il carattere sistematico con cui egli analizza dettagliatamente le interazioni sociali, e i ruoli che ogni individuo assume in una determinata condizione.

Nucleare: grande risorsa che porta il mondo moderno, della tecnologia e dei consumi, al progresso; oppure inutile spesa, che comporta tagli a campi fondamentali per un reale sviluppo (come la scuola) oltre che un grave danno sull'impatto ambientale?