Informazioni personali

La mia foto
brescia, Italy
studentesse problematiche, future paracadutiste, amanti del sabato sera su 2 ruote; frequentanti il terzo anno del LICEO, umanstico di brescia, veronica gambara; il quale è simile al classico, ma senza greco, ma in PIU' c'è francese, scienze sociali, diritto, biologia, fisica e c'è moolta più matematica!! altro che arnaldo light...!! parola di lupetto!! auuuuuuuuuuuuuuuuh!!!

lunedì 26 maggio 2008

Le streghe della Valcamonica






« Signori miei, son stato in Valcamonica


per consultare le streghe di quel loco


se mi saprebbon di Turpin la cronica


mostrar per forza d'incantato foco;


una vecchiarda in volto malinconica


rispose allor con un vocione roco:


-Gnaffe, che sì tu lo vedrai di botto;


entra qui tosto meco e non far motto »






A CAVALLO DI UNA SCOPA
Dopo una piacevole ed interessante passeggiata nel bosco di Nave (Muratello), è nata in noi la curiosità di conoscere quali fossero in tempi lontani, le leggende ed i miti legati al bosco ed in modo particolare al territorio bresciano.E' stato sorprendente scoprire l'abbinamento bosco - "zuogo" ( gioco) bosco - sabba perciò bosco - maligno ed incontrare la figura di Benvegnuda Pincinella, la "Strega di Nave" che sarà una delle prime vittime dell'inquisizione bresciana.Sappiamo che la caccia alle streghe, è stato un fatto non solo di portata europea, ma addirittura mondiale, dovuto all'ignoranza ed alla superstizione popolare; bastava, infatti, essere vecchia e sola o troppo bella e povera per rischiare di essere accusata di stregoneria. Fortunatamente, la terra di Brescia ne fu interessata solo marginalmente, ma questo non bastò ad impedire che nel 1560 fossero bruciate sul rogo, nei territori di Pisogne e di Edolo, più di 60 persone con l'accusa di stregoneria e patti col maligno.I Bresciani ponevano il luogo di ritrovo delle streghe sul monte Tonale, oppure in un bosco nei pressi di Gardone V.T., dove, secondo la leggenda, si sarebbero ritrovate nei giorni delle quattro tempora dell'anno per celebrare i loro riti satanici in compagnia del demonio, solitamente rappresentato come un caprone. Una caverna-rifugio di streghe sarebbe esistita a Marmentino, ai piedi del Monte Castello della Pena detto anche Corna della Stria.La leggenda narra anche che passavano i loro giorni in questa caverna e uscivano soltanto il sabato notte, per recarsi in Gaver con le loro sorelle.Queste leggendarie streghe non volavano sopra una scopa, ma facevano passi talmente lunghi che con uno solo di questi arrivavano da Marmentino a Barbaine e da Barbaine ad Avenone.Si dice che a Odeno, nel 1438, con un solo turbine incendiarono il paese, e la stessa sorte sarebbe toccata nel 1838 a diciottomila abeti in Valle Scura.

CACCIA ALLE STREGHE:

Nel 1433 alcune lamie sono bruciate in Sudtirolo, nel 1460 streghe in Valtellina e il 9 dicembre 1485 l’inquisitore domenicano Antonio da Brescia aveva denunciato l’esistenza dell’eresia stregonica in Val Camonica al Senato veneziano.
Il 23 giugno 1505 presso Cemmo vi fu un rogo di 7 donne ed un 1 uomo.
Nel 1510 presso Edolo vi fu rogo di streghe, arse con l'accusa di aver arrecato siccità con i loro sortilegi.

La seconda persecuzione avviene con la riconquista della Valle Camonica da parte della Serenissima a seguito della pace di Noyon con la Francia.
Nei primi mesi de 1518 approdano in Valle e fissano la loro dimora nelle cinque pievi camune altrettanti inquisitori: don Bernardino de Grossis a Pisogne, don Giacomo de Gablani a Rogno, don Valerio de Boni a Breno, don Donato de Savallo a Cemmo e don Battista Capurione ad Edolo, tutti alle dipendenze del vescovo ed arcidiacono inquisitore Pietro Durante, i quali stabiliscono la sede del tribunale centrale a Cemmo.


Nel luglio 1518 vennero arse più di 60 streghe e 20 uomini. Subiscono la condanna a morte anche tre personaggi di spicco della società stregonesca: tale Agnese "capitana delle fattucchiere", messer Pasino "cancelliere del Tonale" e un tale anonimo che era il corriere del primo in Francia e Spagna.
In una lettera datata l' 1 agosto 1518 Giuseppe da Orzinuovi, funzionario veneto di Terraferma, scrive a Ludovico Quercini:
« et pare che da quel tempo in qua siano trasferite le strigaria de albania in questa valle camonica; tanto che li è moltiplicata de tempo in tempo la maledizione, che se ora non se li feva condigna provisione, el morbo de tale peste andava tanto avanti che tutta quella valle, monte e piano, quei poveri sacerdoti et secolai, fati i fedeli parte di le Maestà divina et de loro senza più baptesimo che baptizzati et consequenter dediti ad opere diaboliche, dotti da fascinar li omini, strigar fantolini. »
( 1 agosto 1518, Giuseppe da Orzinuovi, Lettera)
Nel folklore popolare si tramanda che il Concilio di Trento avesse risolto il problema delle streghe, confinandole nel Pisgana: questa era una località tetra e impervia a monte di Ponte di Legno, che si trovava tra il Castellaccio ed il Pian di Neve.
Da lassù, si racconta, esse si facessero sentire con tuoni e lampi durante temporali particolarmente violenti.

Un caso seicentesco: CATERINA DE BèRS:
Curiosa la storia di Caterina de Bèrs, una giovane che sosteneva di essersi cibata per dodici anni della sola ostia consacrata: essa venne inizialmente venerata come santa dai compaesani.
Caterina, oriunda della famiglia Rossi di Poschiavo, ogni giorno vedeva démoni che la distraevano dalle sue orazioni; comunicava direttamente con Gesù Bambino, la Madonna, San Francesco e dopo la comunione entrava in estasi.
Il parroco del paese però le vieta la comunione quando scopre all'interno della sua bocca una "particola" di dubbia provenienza, ed avverte il Sant'uffizio accusandola di ipocrisia. Il tribunale inquisitorio, esaminandola, notò che aveva segnati sulle spalle i caratteri J,V,K,M, che sparirono però il giorno seguente.
Caterina, sospettata anche di esser luterana in quanto con parenti a Poschiavo, fu quindi condannata a 10 anni di prigione nel 1642, per affettata santità, con accuse riguardanti atti di insofferenza verso le autorità e violazioni alle regole della Chiesa.






Nessun commento:

Nucleare: grande risorsa che porta il mondo moderno, della tecnologia e dei consumi, al progresso; oppure inutile spesa, che comporta tagli a campi fondamentali per un reale sviluppo (come la scuola) oltre che un grave danno sull'impatto ambientale?