
Le immagini che percepiamo non rappresentano la totalità delle immagini percettibili. Tutto quello che non ci sembra di aver percepito ma che in realtà si è impresso in qualche modo nella nostra mente, si chiama “subliminale”, dal latino sub (sotto) e limen (soglia, limite, confine).
L’interesse per la percezione subliminale risale ai primi del novecento e nasce grazie ai sorprendenti risultati degli esperimenti condotti dal nerurologo Otto Poetzel (riportati anche nell’edizione del 1919 de L’Interpretazone dei sogni di Freud).
L’interesse per la percezione subliminale risale ai primi del novecento e nasce grazie ai sorprendenti risultati degli esperimenti condotti dal nerurologo Otto Poetzel (riportati anche nell’edizione del 1919 de L’Interpretazone dei sogni di Freud).
Questi sottoponeva dei soggetti a delle proiezioni di immagini per brevissime frazioni di secondo e poi chiedeva loro di disegnare ciò che avevano visto.
Poi, il giorno successivo esaminava i loro sogni, scoprendovi quegli elementi o particolari delle immagini proiettate che il soggetto non aveva rilevato consciamente il giorno prima e che non aveva riportato nei suoi disegni.
In altre parole, nonostante i soggetti dichiarassero di non aver percepito gli stimoli, le loro risposte indicavano invece che avevano percepito, seppur in maniera inconscia, sufficienti informazioni da poter rispondere correttamente alle domande sugli stimoli.
Questi risultati portavano alla luce il fatto che vediamo e sentiamo molto di più di quanto consapevolmente crediamo di vedere e sentire, e non solo, ma anche che quanto vediamo e sentiamo “senza saperlo”, rimane presente ed agisce nella nostra subconscia memoria . Curiosamente, in natura esiste un comunissimo ragno chiamato “Daddy long legs” (Daddy dalle gambe lunghe) che utilizza una tecnica difensiva sorprendente, basata proprio su quanto sopra esposto.
Potete osservarlo anche voi, poiché è comunissimo nelle abitazioni o nei garage, in cui la scopa domestica non abbia lavorato per qualche giorno.
Se urtate la sua tela con eccessiva violenza, questo ingegnoso aracnide si accorge di non aver di fronte una preda, bensì un pericolo mortale.
Cosa ti combina allora?
Grazie alle sue lunghe gambe, inizia ad imprimere alla tela un movimento oscillatorio, così rapido, che quando supera la frequenza percettiva del nostro occhio (circa un decimo di secondo), scompare alla vostra vista (qui sarebbe poi davvero interessante chiedere agli evoluzionisti come sia riuscito questo minuscolo essere ad elaborare una tattica così sofisticata "vedi post sull'Irredicible complexity").
La domanda inquietante adesso è: che uso ne farà l'uomo di questa realtà?
La domanda inquietante adesso è: che uso ne farà l'uomo di questa realtà?
Che uso ne sta facendo attraverso i mass media come la televisione ed il cinema?
Fino a che punto tali tecniche vengono usate nelle suggestioni pubblicitarie?
Meditate gente, meditate…
Meditate gente, meditate…
...Un'immagine apparentemente senza senso, si trasforma in qualcos'altro...
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